Greek Poet ILIAS FOUKIS

Greek Poet      ILIAS   FOUKIS
Poetry is the voice of the Gods

Thursday, January 26, 2017

LA FELICITA Poesia di ILIAS FUKIS





LA FELICITA


Chissà quante volte
saremmo felici!

Circondati dai monti com’eravamo
senza ricevere risposta da nessuno
in merito a questo stato d’Assedio sin dalla nascita
misurammo le dimensioni delle vallate
che erano anguste come le nostre passioni
nella speranza che contenessero il futuro
che il remoto Punto di inizio
conoscendo molto bene
gli scandali avvenuti 
nelle riforme della Genesi
come se volesse dirci 
che sarà sempre difficile
che esista il futuro…
ce lo aveva buttato dietro i monti.


Poiché la Nebbia sui monti giaceva
in modo Classico e Divino…
in modo alla lettera più grandioso dunque
dell’eccentrica presenza dell’erba
credemmo che conoscesse a memoria
il contenuto interno dei monti.


Poi chiamammo anche i Sogni…
erano pronti anche i pronostici
sulla realizzazione del fulgido processo
con molte probabilità che avesse un biblico fausto esito
lo spostamento del nostro Futuro.


È chiaro quello che vogliamo 
dire oppure no ?…

Eravamo in stato d’allarme per il Futuro…
Dovevamo assolutamente conquistarlo,
 il Futuro…
il quale, odoroso della passione mistica di Abele
alla stregua di una bella donna
chissà nelle braccia di chi intendeva abbandonarsi.


Cosa che infatti avvenne…

Contrariamente alle nostre aspettative
accadde un fatto insolito!…

La Nebbia ce la portò via il vento
per strapparla all’assedio
posto dalle stelle.


I Sogni ce li rubò l’Ora Estrema
a sua volta
assediata dai secoli.


Se non ricordo male
c’era un gran movimento.


I riti sacri elargivano benedizioni
tessevano elogi
concedevano prebende.
Il Tutto si svolgeva all’insegna dell’oracolo
di un Profeta invisibile
in quel remoto principio della Storia.


A noi invece restarono solo le speranze
le quali, a dirla tutta,
benché rese folli dalle Streghe
nel prevedere il nostro Futuro
avevano rivelato un talento straordinario.
E ormai erano pronte
ad attivarsi…

Ma della Felicità non si sa che cosa farsene.

I monti hanno perso la capacità
di spostarsi.

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